PagliaglioTipologia di capanna, che sembra essere stata adibita in passato ad abitazione permanente: queste costruzioni sono, infatti, quasi sempre presenti in aggregazioni di più ambienti quadrangolari intonacati, imbiancati e spesse volte comunicanti internamente, e vi è la presenza fissa dei focolari interni con fumaiolo esterno. Quando non presenti nell’abitato, queste strutture possono trovarsi in siti originariamente caratterizzati da colture orticole e legnose, specie l’oliveto e il vigneto. Strutturalmente si presentano secondo un grosso basamento parallelepipedo o rotondeggiante in lastre di pietra poste in opera a secco o su strati di intonaco di bolo. Il coronamento è sempre effettuato con conci di tufo squadrati. L’estradosso delle coperture, di forma emisferica, veniva ricoperto originariamente con un intonaco a base di bolo o, più di recente, con intonaco di coccio pesto e calce.
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MonserinoI Patrioti ruvestini dei ’48 e del ’60 vi si riunivano assieme a molti altri della Provincia.
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Palazzo Baronale De Gemmis |
Jazzo Don Ciccillo |
Il palazzo fu edificato dal barone di Castel Foce Tommaso de Gemmis (1700-1761), capostipite dell’importante casata, governatore del feudo del principe Grimaldi nella prima metà del XVIII secolo. Il progetto dell’architetto Luigi Vanvitelli o di un suo allievo si sviluppò sul giardino e sull’area di vecchi casamenti del nobile Giuseppe Ignazio Amorosini-Brigazza in posizione del tutto privilegiata sulla “Strada degli Osservanti”. Fu ultimato da Ferrante de Gemmis, filosofo illuminista, che commissionò numerosi affreschi negli interni e arricchì la biblioteca di famiglia. Il palazzo fu sede di sontuose feste e luogo d’incontro dell’alta aristocrazia partenopea. È ancora di proprietà della famiglia de Gemmis.
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Lo jazzo è un particolare recinto per pecore di uso comune nel territorio della Murgia e del Gargano (Puglia), costruito lungo i tratturi e destinato al ricovero temporaneo delle pecore durante il lungo viaggio della transumanza. Un dettaglio interessante è la presenza dei paralupi, una specie di fregio lungo il coronamento superiore dell’alto muro perimetrale, costituito da una serie continua di lastre di pietra infisse orizzontalmente nella muratura, come una lunga mensola sporgente verso l’esterno. Questo espediente impediva l’accesso ad animali predatori capaci di arrampicarsi, come volpi, lupi e faine.
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