Parco Comunale |
Portone del Parco |
Dedicato alla figura di Michele Dello Russo (1908-1967), primo sindaco di Terlizzi eletto dal CLN (Comitato di Liberazione Nazionale) il 20 luglio 1945, nell’immediato dopoguerra. In circa 5 ettari di estensione il giardino si sviluppa tra aiuole, prati e viali pavimentati circondati da alberi di diverse essenze che donano frescura a chi desidera trascorrere un po’ di tempo all’aria aperta. Dotato di due campi da tennis, un anfiteatro, un’area attrezzata con giochi per bambini, il parco cittadino è frequentato dagli abitanti della zona, in particolare da famiglie, ragazzi e bambini che, soprattutto d’estate, possono partecipare alle attivitàorganizzate dal Comune, tra cui gare sportive, concerti e rassegne di cinema sotto le stelle.
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Si sviluppava per quasi 2 Km, a Nord della Traiana il cosiddetto “Parco Comunale” di quasi 400 ettari. Il parco situato in collina era tenuto a bosco od a pascolo, il “saltus Terlicii” secondo la terminologia fondiaria latina. Se non fosse che l’area fu dissodata in età murattiana e successivamente lacerata profondamente con la costruzione della S.P. 231, oggi il parco avrebbe costituito un’isola fitologica di inestimabile valore. In asse con la via Appia-Traina, all’interno di questo antico parco, sorge la strada dei portoni. Se ne individuano due: uno antistante la via Appia- Traiana, l’altro in prossimità del centro antico. Quest’ultimo ha subito una superfetazione nel 1653 da parte del principe Cellamare successo ai Grimaldi di Monaco nel possesso del feudo di Terlizzi, con l’aggiunta di un cornicione superiore all’interno del quale è posta una lastra commemorativa compiuta dallo stesso, che ne attesta l’intervento. La strada dei portoni potrebbe chiamarsi la “via dell’acqua” sia per i pozzi sorgivi delle Fontane, sia per il Cisternone seicentesco di acqua piovana con grande abbeveratoio, a crescente rudere, accanto alla porta d’ingresso del grande parco.
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Regio Tratturo |
Taverna della Lucertola |
L’ inizio del tratturo era segnato da un masso “titolo”, al quale ne seguivano altri più piccoli ed allineati,e che conduceva nella fascia di terra denominata” Matine di Bitonto”,dove oggi residuano ancora strutture rurali architettoniche legate alla transumanza. A difesa del Regio tratturo c’era un maniero posto sui passi della transumanza, denominato Castello della Matina, probabilmente adibito a dogana,per il pagamento del pedaggio e del transito di merci ed armenti.
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Siamo a metà strada tra Mariotto e le Murge. Arrivati alla fine del rettilineo lo scenario cambia: non più mandorli e olivi, ma vigne. Prendiamo a destra e, al successivo bivio, ancora a destra. A non più di 500 metri, seminascosta da un antistante boschetto di pini e oggi ulteriormente occultata da una spessa rete c’è la “Taverna della Lucertola”: un nome che la dice lunga sulla originaria destinazione di questo sito su di una strada che doveva essere molto trafficata, cioè la ristorazione dei viandanti, fossero militari o civili o pastori nel periodo della transumanza.
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