Chiesa di S. Croce di Cagnano |
Chiesa Torre di S. Croce |
È situata a pochi chilometri dal centro urbano di Bitonto al confine con Modugno e risale al secolo XI. Sorge sul fondo di Lucanius, un quadrunviro della città di Bitonto vissuto alla fine dell’età repubblicana, lungo la via “Minucia ad Peucetos” inglobato in epoca medievale nell’insediamento di Cagnano (1170). La chiesa è ricordata in documenti di epoca angioina (1270) come “loco S. Crucis”, mentre in un documento del Cinquecento (1549) compare il toponimo “S. Crucis de Cornula”. L’impianto è a croce greca con pianta rettangolare voltata a botte, interrotta da un breve braccio trasversale, contenuto nel perimetro stesso della navata, e cupola posta all’intersezione. Le pareti non risultano affrescate e sono costituite da conci di pietra appena sbozzati disposti irregolarmente. Non sono presenti all’interno le caratteristiche nicchie laterali e quattro monofore, poste sugli assi principali dell’impianto, assicurano l’illuminazione. Le porte a levante e l’abside hanno un archivolto lunato. La chiesa è oramai abbandonata da moltissimi anni e versa in stato di rudere, circondata e nascosta da fichi d’India e vegetazione spontanea che ha reso irriconoscibile la struttura a piramide della cupola.
|
La chiesa, oramai ridotta a rudere e usata come deposito dagli agricoltori, si trova immersa tra gli ulivi tra Bitonto e Molfetta. Probabilmente, in base all’esame del tipo di architettura e all’esame dei materiali utilizzati per la costruzione, risale ad un periodo compreso tra X e XI secolo. Essa presenta una cupola in asse a croce contratta monocellulare, la pianta è rettangolare ed orientata, con volta a botte. La cupola centrale poggia su degli arconi che disegnano un breve spazio trasverso, contenuto nel perimetro del rettangolo. Il tetto è spiovente, la cupola centrale è coperta da un tamburo quadrangolare e da una piramide arretrata rispetto al perimetro esterno; il cono absidale è rivestito di chiancarelle. All’interno sulle pareti sono presenti delle nicchie affrescate, sebbene gli affreschi sono in stato di avanzato degrado e l’intonaco delle pareti ricoperte di muffa. Una feritoia di forma rettangolare assicura l’illuminazione interna della chiesa. Nel corso del XV secolo alla costruzione originaria fu aggiunta una torre di difesa con funzioni di avvistamento e vedetta a causa delle frequenti incursione piratesche.
|
Chiesa dell'Annunziata |
Chiesa di S. Maria di Costantinopoli |
La chiesa era uno dei numerosi edifici di culto sparsi nei contadi di Bari e Bitonto, ed è in stile romanico pugliese. Alcuni studiosi hanno ipotizzato che sia la chiesa di "Santa Maria de' Staginisio", citata in un documento dell'agosto 1190.
L'edificio è citato ufficialmente per la prima volta nel 1488 nel Libro Rosso dell'Università di Bitonto, insieme alla chiesa rupestre di Sant'Angelo in Camerata, situata a poca distanza (di quest'ultima, oggi rimane solo la grotta). Fu completamente rifatta nell'alzato nel 1585; ulteriori aggiunte s'ebbero nel 1805 per commissione di Michelangelo Maffei, ricco bitontino, amministratore della città e cavaliere dell'Ordine di Malta, come è ricordato in una lapide. Fino alla prima metà del Novecento era situata presso un importante crocevia rurale, tra la via Bitonto-Bari (corrispondente alle attuali strade Misciano e Sant'Andrea, cioè la ex Bari-Bitonto) e la via Modugno-Giovinazzo. Dal XIX secolo il suo culto è stato condiviso dai palesini, dai bitontini e, anche se in misura minore, dai modugnesi, che usavano recarvisi in pellegrinaggio in occasione della festa dell'Annunciazione del 25 marzo, detta "Annunziata povera", e della prima domenica dopo Pasqua, detta "Annunziata ricca"; si tratta tuttora degli unici giorni in cui la chiesa è aperta al pubblico. |
Questa chiesa è situata poco fuori Bitonto su via Balice, la via vecchia per Bari, e sorse presumibilmente nel XVI secolo, sebbene le origini sia del tutto ignote. Di fronte alla chiesa si può vedere l’antica taverna di Giannicchio, luogo di sosta e di ristoro per i viaggiatori e posto di muta dei cavalli. Ad alcuni metri dalla chiesa si trova sulla sinistra un’antica cisterna adoperata in passato per l’irrigazione dei campi. Nei dintorni della chiesa e della taverna sparsi sul terreno sono visibili cocci di epoca medievale. La chiesa di Santa Maria di Costantinopoli ha una pianta rettangolare con la facciata in bugnato a corsi regolari. Nel corso dei secoli ha subito diversi rifacimenti facilmente individuabili, soprattutto i più recenti. Sull’ingresso principale architravato si legge un epigrafe con il nome della chiesa e l’indicazione dell’anno 1541 in numeri romani. Potrebbe essere l’anno di edificazione o di qualche rimaneggiamento. Sul prospetto si trova una grande finestra murata, come l’ingresso principale, sproporzionata rispetto al portale che, insieme all’attuale porta d’ingresso, fu realizzata in epoca successiva. Grandi monofore laterali leggermente strombate, oggi tompagnate, assicuravano l’illuminazione dell’interno costituito da un unico ambiente con volta a crociera orami annerito e di fatto inaccessibile dato che l’ingresso e le finestre risultano murati da tempo innumerevole.
|